Immagini di viaggio

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Eccomi qui, di nuovo affacciato alla "finestra sul mondo" del terzo millennio, questa volta ad ammirare e scegliere le foto, raccolte qua e là dagli Amici che hanno partecipato con me a Lourdes agli esercizi spirituali di marzo.
Sullo schermo, Giulia e Alessia che, piene di aspettative, discutono tra un sonnellino e l'altro nel viaggio di andata. E ancora il fantastico tramonto che ci accoglie vicino ai Pirenei, anticipo e pegno delle fantastiche giornate che ci aspettano nella Città di Maria. Il viaggio è stato lungo e c'è stata occasione per Luciano e Marco di farci già entrare nel "clima" del tema degli esercizi di quest'anno: "Pregare il Rosario con Bernadette" che poi non è altro che il filo conduttore dell'impegno pastorale del Santuario di Lourdes per l'anno 2012.
Come già l'anno passato mi ritrovo nei posti in fondo al pullman con un gruppetto di "giovani da meno tempo". Alcuni fanno già parte di quello che amiamo chiamare con un pizzico di orgoglio il gruppo dei "Quindici di Lourdes" formatosi tra i giovani presenti agli esercizi del 2011. Altri sono "facce nuove".
Sentendo Luciano parlare con trasporto del Rosario mi chiedo però: come andrà quest'anno con un tema così "ostico"? E mi sento già nelle orecchie quello che ho ascoltato già altre volte: i giovani alla proposta di pregare il rosario reagiscono con frasi, tipo "Che noia il rosario!... non riesco a pregarlo... è monotono... mi distraggo in continuazione... è una preghiera che non capisco"...
Dietro a queste espressioni di fatica e di sfiducia, però mi chiedo se non vi siano da leggere un desiderio di imparare a pregare il rosario, un amore ancora acerbo e che chiede di crescere per la persona di Maria di Nazareth, la ricerca di una spiegazione, di un consiglio o di un metodo. "Siete qui a Lourdes per tutto questo!" è la risposta che sembra mi venga data quando vedo profilarsi, nella sera (ed ora nelle foto sullo schermo), lo skyline della cittadina dei Pirenei.
Qui sembra tutto come l'abbiamo lasciato l'anno passato, quasi il freddo di quest'inverno abbia congelato cose, situazioni e persone. L'emozione però di correre subito alla Grotta delle Apparizioni, quella che fa sentire realizzato il nostro desiderio di "chiamati" lì ogni volta da Maria per un qualcosa che al momento non comprendiamo e non vediamo (ma sappiamo esserci sempre), quella è ancora nuova e ancora forte sia per chi c'è già stato tante volte sia per chi invece inaugura il proprio cammino di "Amici (e amanti) di Lourdes" E le foto scorrono...
Ecco al mattino Padre Saverio, ritratto con la sua inseparabile chitarra, che inaugura il "corso". Inizia l'avventura alla scoperta del Rosario... L'approccio a questa eminente preghiera mariana è "materiale", come lo era per Bernadette, che aveva sempre con se la "SUA" corona.
Il contatto con la cordicella che tiene insieme dei grani non è banale né scontato. Il gesto di portare il rosario in tasca o come anello al dito dice una fisicità, una memoria, un contatto con il sacro, che parla di una sensibilità, di un gusto interiore, di un legame di amore.
Il rosario come compagno di viaggio nella vita quotidiana. Spesso ci chiediamo: come devo pregare il rosario? Ecco un modo: come un amico parla all'amico, come l'innamorata parla all'innamorato. L'atteggiamento è quello della scioltezza e della spontaneità, senza annoiarsi di ripetere tante volte le stesse parole, così come gli innamorati si ripetono parole d'amore sempre uguali e sempre nuove. L'"invenzione" del Rosario sembra risalire all'VIII secolo, allorquando i monaci, spesso analfabeti,
espressero il desiderio di poter partecipare alla preghiera della chiesa. Non conoscendo il latino, anziché recitare tutto il Salterio, composto da 150 Salmi e cardine della Liturgia delle Ore, i monaci sostituirono a tale preghiera la recita per 150 volte del Padre Nostro, sostituita poi – nel XIII secolo – dalla recita di 150 Ave Maria. Quindi un preghiera nata nella sempli
cità. Semplice non è sinonimo di facile: la semplicità riguarda la recita continua di tre preghiere. La facilità è in ordine al fine della preghiera: il dono che Dio ci offre di avere familiarità con Lui e che si traduce nell'amore alle persone. La giovane Santa Teresina, con un'immagine semplice e familiare ed adatta anche ai più piccoli, diceva che "ogni decina del rosario è un girotondo intorno a un mistero della vita di Gesù"; quindi possiamo mettere la nostra mano in quella di Maria e lasciarci condurre da lei per guardare Gesù come lo guardava lei.

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Il Rosario ci introduce nella relazione d'amore delle tre Persone divine e della Madre con il
Figlio e ci apre a uno sguardo "contemplativo" sull'umanità e sulla nostra vita di tutti i giorni. Recitare il Rosario – preghiera di contemplazione – è provare a pensare a un momento significativo delle nostra giornata (un incontro, un lavoro, una ricorrenza, una difficoltà) che si desidera condividere col Signore. Entrare con la nostra vita nel mistero della vita di Gesù: guardare come lui ha vissuto quel momento. Legare la nostra vita alla vita di Gesù, lasciandoci aiutare dalla preghiera.

Il Rosario è una preghiera insistente, cioè che ci permette di "stare sopra" le stesse preghiere (Padre nostro, Ave Maria, Gloria) per il tempo necessario a far passare la Parola dalla testa al cuore. L'insistenza porta a scendere in profondità, a entrare sempre più intimamente nel mistero che si sta meditando, vedendolo e meditandolo attraverso gli occhi di Maria. E la profondità si raggiunge attraverso la ripetitività, il movimento continuo sulla stessa Parola, ma con desiderio sempre nuovo e diverso che ci viene da nostro vivere quotidiano. E attraverso le parole di Saverio riscopriamo il Rosario anche per quello che è, nella visione più comune, quella che balza subito agli occhi appena ne sentiamo parlare: una preghiera di intercessione e di supplica.

Scriveva Giovanni Paolo II: "Il Rosario pur caratterizzato dalla sua fisionomia mariana, è preghiera dal cuore cristologico. Mediante il Rosario il credente attinge abbondanza di grazia, quasi ricevendola dalle mani stesse della Madre del Redentore. [...] Il Rosario è insieme meditazione e supplica. L'insistente implorazione della Madre di Dio poggia sulla fiducia che la sua materna intercessione può sul cuore del Figlio".
Il Rosario è una preghiera evangelica. Il Padre nostro, l'Ave Maria e il Gloria sono tre preghiere che hanno il fondamento nel Vangelo e per questo sono PAROLA DI DIO efficace, che cambia, che trasforma, che salva e sana.

Con il Padre nostro ringrazi per il dono della vita e metti nelle mani del Padre il tuo quotidiano. Con l'Ave Maria CHIEDI e metti nelle mani di Maria le tue richieste e la tua fatica perché lei le porti al Figlio.
Con il Gloria chiedi che la tua vita sia a immagine e somiglianza delle tre Persone divine. Lo vedo dalle foto che mi scorrono davanti... La riflessione quotidiana ed approfondita di questi giorni ha il suo effetto, anche esteriore. "La corona"diventa in alcuni degli "Amici" più giovani – quelli che non si vergognano di apparire anticonformisti e controcorrente anche rispetto ai coetanei – un "accessorio" quasi indispensabile del proprio modo di vestire che rispecchia – a quell'età il modo di essere e di sentirsi legati a qualcosa di importante: in questo caso la "dolce catena di rose" che unisce il cuore fremente di attese, di voglia di risposte, di richieste a quello della Giovane Madre di Nazareth. La voglia di comprendere ancora meglio questo "strumento" di preghiera si fa forte ogni momento di più, tanto che nessuno dei "ragazzi" si vuole perdere la spiegazione dei mosaici della Basilica del Rosario fatta da Padre Saverio.

Con la sincerità che contraddistingue i più giovani mi dicono: "Sacrificheremo qualche altro momento di tempo libero e di riposo per andare a visitare i luoghi dell'esperienza di Bernadette... intanto "vediamo" il Rosario".
Certo la Basilica nel suo insieme è nota a tutti quelli che sono venuti almeno una volta a Lourdes. Contemplare una per una e soffermarsi con calma sulle immagini che rappresentano i Misteri del Rosario è però una esperienza nuova. E sperimentiamo quanto ci aveva già detto Saverio: il Rosario, proprio a partire dall'esperienza di Maria, è una preghiera spiccatamente contemplativa. Per sua natura la recita del Rosario esige un ritmo tranquillo che favorisce in chi prega, la meditazione dei misteri della vita del Signore, visti attraverso il Cuore di Colei che al Signore fu più vicina. Il passare con la Madonna attraverso le scene del Rosario è come mettersi alla "scuola" di Maria per leggere Cristo, per penetrare i segreti, per capirne il messaggio e metterlo in pratica nella vita di tutti i giorni.

Il Rosario ci trasporta misticamente accanto a Maria impegnata a seguire la storia,
a volte complicata ai nostri occhi, della salvezza ed a "serbare tutte queste cose nel suo cuore" per "metterle insieme", per cercare di "assemblarle" tutte insieme e capire il progetto di Dio sulla nostra vita.
Luca non si lascia sfuggire niente... ed infatti tutta la rappresentazione dei mosaici mi passa davanti ora, immortalata dalle sue foto. Ah queste sono davvero belline... Sono le foto della serata passata con i ragazzi della Comunità Cenacolo.
Loro l'esperienza di vivere il Rosario la fanno davvero. Sui loro volti la fiducia di chi si è aggrappa alla "catena" di quella preghiera come a quella di un'ancora salda nel turbinio della vita.

E ci sono anche le immagini della testimonianza dataci con la vita vissuta insieme per 50 anni da Luciano e Gigliola, festeggiati da tutti gli Amici presenti e sottolineata dalla festa preparata dai giovani della Comunità. Leggo negli occhi dei giovani che sono con noi per gli esercizi il fascino di quel numero "50" scritto a caratteri cubitali alle spalle degli Sposi.
In questi tempi così difficili chi ha il coraggio di imbarcarsi in un impresa così coinvolgente, compromettente e carica di conseguenze come quella del matrimonio? "C'è la crisi"... non solo quella economica (che fa la sua buona parte!), ma anche di sentimento, di fiducia, di responsabilità. Ed avere davanti agli occhi due che da 50 anni sono testimonianza viva di amore, dedizione, fedeltà è un caso sempre più raro. Sarà che a forza di parlarne, vedo il "Rosario" da tutte le parti, ma anche a guardare queste immagini di Luciano e Gigliola commossi, mi viene da fare un raffronto con quello che questi esercizi ci hanno voluto trasmettere.

Uso le parole di Fratel Carlo Carretto per farmi comprendere meglio: "La preghiera è come l'amore: le parole abbondano al principio, le discussioni sono dei primi tempi. Poi si fa silenzio e ci si intende a monosillabi. Nelle difficoltà è sufficiente un gesto, uno sguardo, un nulla: basta amarsi.
Viene quindi il tempo in cui la parola è troppo e la meditazione è pesante, quasi impossibile. È il tempo della preghiera di semplicità, tempo in cui l'anima si intrattiene con Dio con uno sguardo semplice, amoroso, anche se sovente accompagnato da aridità e sofferenze.

 

 

In questo periodo fiorisce la cosiddetta preghiera litanica: cioè ripetizione all'infinito di identiche espressioni povere di parole ma ricche, straricche di contenuto. Ave Maria... Ave Maria...! Signore abbi pietà di me...!"
Come è semplice ripetere anche soltanto il nome dell'amato o dell'amata o "Ti amo!". E non ci stanchiamo mai... Chissà se gli stessi pensieri sono passati nelle menti di Francesco e Carolina...

Fatto è che mi dicono che stanno facendo di tutto per realizzare il loro sogno di vita insieme... il prima possibile! I giorni passano assieme alle immagini. È già domenica. Siamo di fronte alla Grotta delle Apparizione per il saluto. I flambeaux sono accesi e illuminano appena i nostri volti in questa foto scattata da un ragazzo dai caratteri orientali, ma che parla benissimo italiano. Ci siamo tutti questa volta sullo schermo, anche Carolina e Angela. E per affievolire la tristezza del distacco cerco le parole.

"È un arrivederci, Maria. I tuoi figli più giovani lasciano ai tuoi piedi i loro pensieri, i loro perché, le loro richieste, le loro aspettative. Guardali e ascoltali. Dona loro il tuo entusiasmo di giovane donna, che con le sue scelte coraggiose ha dato a Dio l'opportunità di rinnovare l'umanità e la creazione. Dai loro lo slancio che fu della giovane Bernadette, perché comprendano che dalle piccole ed umili cose, come una cordicella segnata da cinquanta grani, possono scaturire grandi cambiamenti e grandi prospettive!
Federico

P.S. Un ultimo click sulla via del ritorno. La foto ritrae un paesaggio di mare vicino Genova. Un saluto ragazzi anche a voi! Non eravate presenti di persona, ma c'eravate!

  

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